Si avvicinava il Natale del ’93 e
come tutti gli anni ero indaffarata nei preparativi. Le giornate erano molto
fredde, ma l’inverno è comunque una stagione con un fascino particolare un po’ misterioso,
soprattutto quando in una grande città, sembra che il cielo ingoi i palazzi
come a proteggerli. Una mattina di buona ora, indossai il mio cappottone per
recarmi a fare gli ultimi acquisti, quando camminando per le vie del centro,
vicino all’uscita di una rivendita dolciaria, un incontro inaspettato mi colse
di sorpresa; inutile dire che i miei ultimi acquisti non furono più fatti. Era
già così adorabile!
Era tutto infreddolito in un angolo, alzò lo sguardo verso di me non
sembrava impaurito anzi m’invitava alla sua conoscenza, i suoi occhi dolci e
profondi, naturalmente bellissimi illuminavano quella fredda giornata senza
sole. Bèh! In quel momento mi sciolsi
come il buon burro!
Era comunque così debole e tremava tutto, che lo presi subito tra le mie
braccia per trasmettergli un po’ del mio calore, poggiò delicatamente la sua
morbida testolina sul mio cuore e fu subito amore, tra noi si stabilì un’intesa
profonda, una complicità che ci prendeva l’anima, una fiducia assoluta e
incondizionata che al solo pensiero di separarci ci mancava il respiro, e lui
era già così malandato!
Lo portai via con me, colsi nei suoi occhioni, approvazione e gioia, era
proprio speciale e avrebbe tirato fuori il meglio di me, avevo capito che aveva
la facoltà di travolgerti con il suo amore gratuito fino al punto di
costringerti a essere te stesso fino in fondo senza filtri, senza ipocrisie in
piena e assoluta libertà.
Che cosa potevo chiedere di più alla vita? Lui era tutto ciò che
desideravo, finalmente mi senti libera!
Arrivati a casa facendo attenzione che nessuno si
accorgesse della sua presenza, gli feci un bel bagno caldo, anzi “caldoso”
(ogni tanto concedetemi qualche licenza poetica un po’ personalizzata!), quando
lo tirai fuori dall’acqua, era buffissimo, tutta pelle e ossa, occhi e
orecchie, sembrava più piccolo di ciò che era, uno “scricciolo”. Lo asciugai
con il phon, all’inizio non ne era entusiasta poi il calore probabilmente gli incominciò
a far piacere, prese forma e colore, un vero batuffolo “morbidoso” e fulvo.
Nel primo pomeriggio lo portai per una visita in ambulatorio, per sottoporlo
a un check-up generale sul suo stato di salute, fare le prime vaccinazioni e
chiedere consigli utili per mantenere il suo benessere, fu bravissimo, si
comportò in modo eccellente, lo estrassi dalla gabbietta, unico acquisto andato
in porto la mattina dopo averlo incontrato, rivolsi con delicatezza il suo
dolce musetto verso di me, lo guardai per rassicurarlo, e tutto si risolse per
il meglio ma cosa più importante, stava bene, era piccolo aveva circa due mesi
mi disse il veterinario ma era forte.
Finita la “tortura”, ci recammo a fare spese esclusivamente per “Lui”,
presi tutto ciò di cui avrebbe avuto bisogno.
Tornati a casa, mi organizzai per tenerlo nascosto, per cui trasformai parte del mio armadio in un comodo e accogliente giaciglio per le ore diurne che si trascorreva in casa, la notte naturalmente si divideva il mio letto, un’emozione unica!
Intanto nei giorni successivi, in casa erano ancora tutti allo scuro della sua presenza e non avevo alcuna intenzione di dire nulla fino al Natale, questa sarebbe stata una vera e gradita sorpresa per tutti i miei cari, ma non per il resto della fattoria che componeva il nucleo familiare, che aveva già percepito l’arrivo di una nuova presenza.
Tornati a casa, mi organizzai per tenerlo nascosto, per cui trasformai parte del mio armadio in un comodo e accogliente giaciglio per le ore diurne che si trascorreva in casa, la notte naturalmente si divideva il mio letto, un’emozione unica!
Intanto nei giorni successivi, in casa erano ancora tutti allo scuro della sua presenza e non avevo alcuna intenzione di dire nulla fino al Natale, questa sarebbe stata una vera e gradita sorpresa per tutti i miei cari, ma non per il resto della fattoria che componeva il nucleo familiare, che aveva già percepito l’arrivo di una nuova presenza.
Benvenuti in Austria!
Splendido stato nell’Europa centrale, con un
territorio in gran parte ricoperto di maestose catene montuose, attraversato
dall’incantevole fiume Danubio, protagonista del celebre film “Sul bel Danubio
blu” una piacevole e avvolgente fiaba a lieto fine, del 1954 diretto da Hans
Schwerkart e prodotto in Austria, che racconta di un giovane re straniero e una
principessa austriaca, promessi sposi per ragioni di stato ma che In fine s’innamorano...,
scorre fiero e tocca l’affascinante capitale Vienna. E’ un paese dove puoi
ancora ammirare coltivazioni di barbabietole da zucchero, dove puoi sentire gli
odori di alberi da frutto e dove si fanno e puoi degustare degli ottimi vini
bianchi, in particolare nella bassa Austria nelle zone di Modling. Le città di
Vienna e Salisburgo, sono considerate, " città d’arte" per
eccellenza, vere e proprie attrazioni per un vasto e vario turismo sia in
inverno, perché ci sono molte località attrezzate per lo sci alpino che in
estate, soprattutto nelle spettacolari località dei laghi carinziani. Il mio peloso “Lui” mi venne a cercare e mi trovò,
perché in verità, fu Lui a trovarmi, in quel di Innsbruck, una deliziosa città
alpina abbracciata dalla ciclopica catena di monti, la Nordkette che la
protegge insieme ai palazzi eleganti tardo gotici e rococò dai tetti colorati.
Posta sulla confluenza del fiume Inn che
lo attraversa e si getta più a nord nel Danubio. Emozionanti sono le vie del
centro storico, dove si possono ammirare le numerose insegne di ferro battuto
appese alle facciate dei palazzi, che il tipico vento del sud, il Favonio detto
anche Fhon le fa sbattere, e oltre a mitigare il clima cittadino fa volteggiare
le foglie cadute dai tigli nei viali e vicino alle fontane.
Io mi chiamo Nia, nel 1993 vivevo proprio in questa splendida città nelle vicinanze del Palazzo Residenziale di Massimiliano I, caratterizzato da un tetto particolarissimo, realizzato con tegole a scaglie di rame dorato e parapetti rigorosamente affrescati, il Golden Dechl del 500, il tettuccio d’oro, considerato tra i tanti altri monumenti, simbolo della città, che ammiravo, naturalmente, in compagnia del mio adorato micioso, dal piccolo ovale sito in piccionaia, dove canonicamente si saliva per…
Io mi chiamo Nia, nel 1993 vivevo proprio in questa splendida città nelle vicinanze del Palazzo Residenziale di Massimiliano I, caratterizzato da un tetto particolarissimo, realizzato con tegole a scaglie di rame dorato e parapetti rigorosamente affrescati, il Golden Dechl del 500, il tettuccio d’oro, considerato tra i tanti altri monumenti, simbolo della città, che ammiravo, naturalmente, in compagnia del mio adorato micioso, dal piccolo ovale sito in piccionaia, dove canonicamente si saliva per…